28 feb 2009

Uova di Pasqua .......particolari





































CESTINO PER UOVA


CESTINO PER UOVA

1. Materiale :

Un uovo grande di polistirolo, filo di cotone,pennello,pellicola per alimenti.

Avvolgere la pellicola intorno all'uovo che servirà solo come stampo.


2.Tagliate dei fili di cotone della misura per posizionarli sull'uovo tipo tessitura, incollateli con la colla vinilica diluita con pochissima acqua.Potete inserire anche dei fili colorati.


3. Fare asciugare bene,quando è asciutto di staccherà bene dalla pellicola.

Pareggiate i fili e poi inserite la paglia,l'uovo e i pulcini.

Colazione di Pasqua

A Roma e dintorni c'è la tradizione di riunirsi la mattina di Pasqua x fare colazione insieme, ma non è una normale colazione, la tavola viene imbandita con veri e propri piatti tradizionali.Per prima cosa ci vogliono le uova sode, dipinte il giorno prima di solito dai bambini, poi ci vuole il salame (la corallina), la pizza al formaggio e (purtroppo) la coratella con i carciofi. Naturalmente non mancano le colombe. Certo della coratella si fa a meno, ma l'usanza vuole una bella tavola imbandita di tutto ciò. Poi c'è chi, come me, mischia le tradizioni e per colazione c'è anche un pò di tradizione napoletana: casatiello, pastiera...


La colazione dal punto di vista religioso:"La rivincita dell’appetito dopo le privazioni della Quaresima. Dal punto di vista gastronomico la Pasqua è il risveglio della tavola, poiché da sempre gli uomini festeggiano importanti momenti, religiosi ma non solo, attraverso la condivisione del cibo. Così la sacralità della Pasqua è sottolineata con il pranzo in famiglia e con una serie di alimenti che hanno valore simbolico oltre che estrema piacevolezza.

E non si tratta solo di valori legati alla religione ma anche alla celebrazione della primavera: dalle spighe di grano che si fanno pane, alle primizie della terra come carciofi, fave, pisellini ed erbette di campo che non mancano mai al banchetto pasquale. Come non può mancare l’uovo, sinonimo di rinascita e di rinnovamento, auspicio di fecondità, elemento talmente legato alla ricorrenza che si parla anche di “Pasqua d’uovo“. Così si intrecciano i sentimenti religiosi ai riti ancestrali di celebrazione della natura che ritorna in fiore.

I bambini, nel pomeriggio del sabato santo, portavano in chiesa cestelli colmi di uova per la benedizione. L’uovo benedetto diventava così il dono per familiari e amici. Da qui nasce l’uso di scambiarsi le uova di Pasqua che via via si sono arricchite di colori e impreziosite nelle più golose riproduzioni di cioccolato.

L’uovo, così, vuol dire nascita a nuova vita e risveglio. E forse non è un caso se nella tradizione il pasto più atteso era quello del mattino: la colazione pasquale con dolci tipici, formaggi freschi, salumi, carciofi, in alcuni casi animelle ma soprattutto uova è ancora in uso in diverse regioni."

Storia dell'Uovo di Pasqua

L'uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c'è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di carta pesta.
Ma mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate hanno un'origine radicata nel lontano passato.

Le uova, infatti, forse per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita.
Gli uccelli infatti si preparavano il nido e lo utilizzavano per le uova: a quel punto tutti sapevano che l'inverno ed il freddo erano ormai passati.

I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano scambiate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno", quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni.
L'uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, a causa dell'allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare.
Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.

Le uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell'uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.

Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.
L'usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo di Pasqua.
Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d'oro che a sua volta contenva un piccolo pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale.
Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni.

http://www.amando.it/

Pastiera napoletana

La pastiera napoletana è il classico dolce pasquale partenopeo.



Per i napoletani la pastiera non è solo un dolce ma un vero e proprio rito con tempi e modalità ben definiti: dalla preparazione, rigorosamente effettuata il giorno del giovedì santo; alla cottura, che un tempo avveniva nel forno rionale, dove, dal primo pomeriggio, quando la temperatura del forno si era addolcita, iniziava la processione di coloro che portavano a cuocere le pastiere.

Le case, le strade tutto a Napoli odora di pastiera nei giorni tra giovedì e venerdì prima di Pasqua: un odore caldo, dolce e fruttato che nasce dall'acqua di fior d'arancio e dagli ingredienti sapientemente mescolati.
La pastiera era ed è tutt'ora oggetto di scabio tra le famiglie, una sorta di regalo pasquale: ogni famiglia ne preparava più di una, coinvolgendo nella preparazionei i nipoti, la madre e la nonna.

Le sue origini, seppure in forma assai “rudimentale”, sono da ricercarsi sicuramente in ambito pagano quando le sacerdotesse di Cerere, per festeggiare il ritorno della primavera, portavano in processione l’uovo, simbolo di vita nascente.

Secondo un’altra ipotesi la Pastiera deriverebbe dalle focacce rituali che si diffusero all’epoca di Costantino il Grande, ricavate dall’offerta di latte e miele che i catecumeni ricevevano nella sacra notte di Pasqua al termine della cerimonia battesimale.
Invece, pare che la Pastiera come la conosciamo noi oggi, sia stata “inventata” nella pace e tranquillità di un monastero del napoletano.

Sembra che una suora volle che in quel dolce, simbolo della Resurrezione, fossero mescolati il profumo dei fiori dell’arancio del giardino conventuale, la bianca ricotta, una manciata di grano, le uova, simbolo di nuova vita, l’acqua di mille fiori odorosa come la prima vera, il cedro e le aromatiche spezie venute dall’Asia.

A testimonianza della veridicità di questa storia c’è il dato di fatto che le suore del convento di San Gregorio Armeno, erano reputate maestre nella complessa preparazione della pastiera, e nel periodo pasquale ne confezionavano un gran numero per le mense delle dimore patrizie e della ricca borghesia.
Ancora più suggestiva ed affascinante è, però, la fantastica storia della sirena Partenope che è mitologicamente legata alla storia del buonissimo dolce napoletano.


Pare che la bella Partenope, incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora allietando, ad ogni primavera, gli abitanti con i suoi meravigliosi canti d’amore.
Un giorno, però, la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e incantati accorsero verso il mare portando in dono alla sirena quanto di più prezioso avessero, per ringraziarla del suo meraviglioso canto.

Le sette più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna, la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle, le uova, simbolo della vita, il grano tenero, bollito nel latte a prova dei due regni della natura, l’acqua di fiori d’arancio, perché anche i profumi della terra volevano rendere omaggio, le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo ed infine lo zucchero, per esprimere la dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l’universo.


Partenope, felice dei molti deliziosi doni, fece ritorno alla sua dimora e depose le offerte ai piedi degli Dei che, inebriati dalla moltitudine di profumi ed aromi, decisero di mescolare tra loro i vari ingredienti per creare un dolce che potesse eguagliare la beltà del canto di Partenope: e così nacque la Pastiera.

Si narra che Maria Teresa D’Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati “la Regina che non sorride mai”, cedendo alle insistenze del marito, famoso per la sua ghiottoneria, decise di assaggiare un pezzetto di Pastiera.
Pare che, dopo averne assaggiato solo un pezzetto, l’imperscrutabile regina, non poté far a meno di sorridere, compiaciuta dalla canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione nel gustare la specialità napoletana.
A questo punto, pare che il Re avesse esclamato: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”.

http://www.giallozafferano.it/

La ricetta la potete trovare qui:
PASTIERA NAPOLETANA

Colorare e decorare le uova per Pasqua


La tradizione di colorare e decorare le uova di Pasqua è molto antica.

A spiegarla è una leggenda. Maria Maddalena, insieme alle altre donne, trova il Sepolcro di Gesù vuoto. Ai racconti del Vangelo si aggiunge il lato fiabesco. Tornata a casa, annuncia agli apostoli la notiza, ma Pietro dice: «Ti crederò solo se le uova di quel paniere diventano rosse».

E così fu...

Colorare le uova di gallina:

Per colorare le uova di gallina da mettere in tavola (e mangiarle) falle bollire con un cucchiaino di aceto e con ingredienti diversi a seconda del colore che vuoi: verdi: con spinaci o prezzemolo ;
rosa-violetto: con barbabietola rossa cotta al forno
gialle: con zafferano o camomilla arancioni: con cipolle.
http://www.ideefesta.it/


Le uova da colorare possono essere sode oppure vuote.

Nel primo caso, mettete le uova in una casseruola e copritele di acqua. Mettete la casseruola sul fuoco e portate l’acqua ad ebollizione. Coprite la casseruola e lasciate in infusione per circa 20 minuti. Quindi gettate l’acqua calda e fate freddare le uova sotto l’acqua corrente.
Se preferite usare uova vuote, fate un buco ad ognuna delle due estremità delle stesse e soffiate con forza in uno dei due buchi, facendo uscire il contenuto dell’uovo dall’altra cavità.

Per dipingere le uova si possono usare coloranti sintetici o naturali. Se preferite i colori naturali potrete usare bucce di cipolle cotte e tè per ottenere il marrone, foglie di edera e di ortica per il verde, zafferano cotto e cumino per il giallo, succo di rape rosse per il rosso.

Le tecniche per la colorazione sono due: le uova possono essere messe in acqua calda colorata, addizionata di aceto, ottenendo colori intensi e brillanti.
In alternativa si può scegliere la tecnica dell’immersione a freddo: colorate l’acqua, fatela raffreddare e quindi mmergete le uova in questo liquido, dove dovranno restare in infusione per un paio d’ore. Con questo secondo tipo di tecnica otterrete colorazioni più tenui e trasparenti.

Chiaramente non si mangiano!!!
http://www.girlpower.it/tempolibero_relax/cucina/uovo_di_pasqua_fai_da_te.php


Decorazioni con fiorellini di campo o viole
Un altro modo per decorare le uova per pasqua è quello di utilizzare dei fiorellini di campo o delle violette.

Occorrente:
- violette, quadrifogli, piccole foglioline
- uova dal guscio chiaro
- un albume
- un pennellino

Procedimento
Lavare accuratamente le uova e sgrassarle bene con dell'aceto di vino bianco. Prendere le violette o le foglioline e spennellarle con l'albume sopra il guscio dell'uovo (l'albume funge da colla).
Lascair seccare bene e riporre le uova in una piccola cesta di vimini mettendo sul fondo un tovagliolo ricamato o colorato
http://www.amando.it/pasqua/decorare-uova-pasqua.htm


Che cosa occorre
un pentolino
uova
un cucchiaio di aceto
cipolle
spinaci
the non in bustine
barbabietole
siringa
ago grosso

Come si realizza
Si prende un ago grosso e si fanno due fori ai capi opposti dell'uovo. Poi si soffia delicatamente (attenzione non soffiare troppo forte altrimenti le uova si possono rompere) facendo scendere il contenuto in una bacinella. Dopo averlo svuotato, riempirlo di acqua e aceto (non molto aceto) usando una siringa da infermiere con un ago grosso, e lasciarlo un po' nell'acqua e aceto, così da pulire anche l'esterno. Asciugare e svuotare l'acqua dall'interno e mettere l'uovo ad asciugate (con l'aceto l'interno non puzza).
Per colorare le uova non occorrono colori speciali bastano i seguenti procedimenti di seguito qui elencati.
Per avere uova arancioni si bollono con le cipolle e un cucchiaino di aceto.
Per avere uova verdi si bollono con gli spinaci e un cucchiaino di aceto.
Per avere uova gialle si bollono nel the e un cucchiaino di aceto.
Per avere delle uova rosa si bollono insieme a delle barbabietole cotte grattugiate e un cucchiaino di aceto.
Poi attentamente togliere le uova dall'acqua calda e metterle in una ciotola.
Se volete che le uova siano di un colore più scuro di quello ottenuto con la bollitura, bisogna lasciarle per una notte in frigorifero con il materiale che si è usato durante la cottura.
Una volta colorate le uova, quando sono fredde, se si desidera si possono anche decorare magari con fiori e foglie secche.
http://www.filastrocche.it/


Decorazione uova con decoupage
Che cosa occorre
siringa
ago grosso
forbici
colla vinilica
pennelli
ritagli di fiori
vernice flatting

Come si realizza
Si prende un ago grosso e si fanno due fori ai capi opposti dell'uovo. Poi si soffia delicatamente (attenzione non soffiare troppo forte altrimenti le uova si possono rompere) facendo scendere il contenuto in una bacinella. Dopo averlo svuotato, riempirlo di acqua e aceto (non molto aceto) usando una siringa da infermiere con un ago grosso, e lasciarlo un po' nell'acqua e aceto, così da pulire anche l'esterno. Asciugare e svuotare l'acqua dall'interno e mettere l'uovo ad asciugate (con l'aceto l'interno non puzza).
Dopo lavare molto bene le uova, farle asciugare perfettamente e preparare i ritagli per la decorazione.
Iniziare la decorazione, il particolare da tenere in considerazione è l'estrema fragilità dell'uovo, quindi fare attenzione a non comprimerlo troppo fra le vostre mani.
Quando però l'uovo sarà interamente decorato la colla applicata darà maggiore tenuta.
Rifinire le uova, completamente decorate e ben asciutte, con una vernice flatting. Due mani di vernice laccheranno il lavoro con un bellissimo effetto lucido.
http://www.filastrocche.it/

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