13 dic 2010

Rassegna internazionale del Presepio nell'Arte e nella Tradizione all'Arena di Verona

La stella cometa che spunta dall'Arena di Verona e' uno dei simboli del Natale in Italia, visto che l'evento richiama appassionati da tutto il mondo.

Ma la cometa luminosa, posizionata in piazza Bra, e' diventata da tempo l'immagine storica della 27/a Rassegna internazionale del Presepio nell'Arte e nella Tradizione, ospitata nel grande anfiteatro scaligero sino a domenica 23 gennaio. L'apertura e' prevista tutti i giorni, compresi i festivi, con orario continuato dalle 9 alle 20. La collezione di quest'anno e' composta da oltre 400 presepi e di opere d'arte, ispirate al tema religioso del Santo Natale.

Si tratta di esemplari provenienti dai piu' importanti musei internazionali e da collezioni private, in grado di regalare ai visitatori qualche ora di pura magia. L'allestimento, realizzato con effetti speciali che permettono di dare il giusto rilievo ai singoli pezzi, rappresenta una mostra-spettacolo in cui musica, luci e proiezioni contribuiscono a creare un'atmosfera che valorizza gli oggetti esposti. La rassegn propone tre principali sezioni: presepi dal mondo, presepi regionali e diorami. Il percorso ideale si snoda nel cuore antico dell'Arena, sotto le volte di pietra solitamente nascoste ai visitatori, gli arcovoli: sulle arcate e sulle colonne vengono continuamente proiettate immagini medievali e rinascimentali di angeli o Madonne, in un trascolorare di luci e ombre colorate che rafforza il senso di mistero della Nativita'.http://www.ansa.it/

12 dic 2010

Natale oggi

Natale oggi
di Augusto Torre

Le luci variopinte,
nei negozi
battono strade illuminate
al neon,
sovraffollate.
La gente ha fretta
non può stare
un minuto a pensare
ad ascoltare il cuore.
"Per mamma questo
e quest’altro per il nonno,
un pacchetto modesto
per il tale
così sarà contento
il giorno di Natale".
E’ tutto bene in mostra,
già scelto
impacchettato,
infiocchettato,
così bene, ch’è peccato
aprirlo, e lo si acquista
così confezionato.
Che ci sarà?
Doppia sorpresa: a chi lo riceve
a chi lo dà.

CIAMBELLA DEI RE MAGI, il dolce dell'Epifania

CIAMBELLA DEI RE MAGI



Ingredienti per la pasta:
300 gr farina,
150 gr burro,
125 gr zucchero,
1 uovo,
30 gr di panna,
1/2 tazza di acqua tiepida,
la scorza grattugiata di 1 limone,
125 gr di uvetta,
20 gr di lievito di birra,
un pizzico di sale,
1 bustina di zucchero vanigliato,
30 gr di farina per la spianatoia,
burro per lo stampo

Per decorare:
125 gr di zucchero a velo,
2-3 cucchiai di acqua di fiori d'arancio,
75 gr di canditi

Mettete la farina a fontana in una terrina, sbriciolatevi al centro il lievito, unite un cucchiaino di zucchero, un goccio di acqua calda e, con un poco di farina prelevata dai bordi, formate un panetto che lascerete lievitare in luogo caldo per 15 minuti.
Ponete di nuovo il panetto nella terrina e impastatelo con il sale, lo zucchero vanigliato, lo zucchero semolato, la scorza di limone, l'uovo, la panna, il burro fatto sciogliere, l'uvetta ammollata e asciugata, la farina e l'acqua rimasti. Lasciate riposare per altri 30 minuti.
Sulla spianatoia infarinata formate una palla e datele la forma di una ciambella, che porrete in uno stampo imburrato (o anche sulla placca del forno). Praticate delle incisioni sulla superficie e cuocette in forno caldo a 180° per 30 minuti.
Sfornate, lasciate raffreddare, quindi colatevi sopra una glassa preparata lavorando lo zucchero con l'acqua di fiori d'arancio. Decorate con i canditi tagliati a dadini.

Bolo Rei, il dolce portoghese di Natale

BOLO REI

Ingredienti:
500 gr di farina
30 gr. di lievito di birra
1 dl di acqua
un pizzico di sale
la buccia grattuggiata di un limone
3 tuorli
1,5 dl e mezzo di spumante
100 gr. di margarina
150 gr. di canditi e frutta secca
un uovo sbattuto per spennellare la superfice
200 gr. di frutta candita a pezzi grandi
gelatina dolce

Mettere i 2/3 della farina in una grande marmitta. Sciogliere il lievito in acqua tiepida e aggiungerlo alla restante farina. Formare una palla e lasciar lievitare il luogo tiepido. Sciogliere la margarina, unire il sale, la buccia del limone, i tuorli e lo spumante, aggiungere il tutto all'impasto lievitato lavorandolo molto bene. Unire la frutta secca e i canditi a pzzetti e lasciar lievitare di nuovo in luogo tiepido, coperta da un panno di lana, finche' avra' raddoppiato di volume, dopodiche' formare una ciambella (tipo ruota) sulla piastra del forno imburrata e infarinata. Introdurre una fava secca ed una monetina avvolta nella carta stagnola. Far lievitare nuovamente. Prima di infornare, spennellare la superfice con l'uovo sbattuto e decorare con i canditi in grossi pezzi. Cuocere a 160gradi per circa 45min/1 ora. Togliere dal forno e spennellare con la gelatina per dare un effetto di lucido.
Chi, mangiandolo trovera' la monetina sara' il re della festa e chi trovera' la fava dovra' comprare il dolce l'anno successivo.

Le buone maniere dell'invitato alle feste natalizie

Appena accettiamo un invito, si presentano alla nostra mente sempre gli stessi interrogativi: chi ci sarà? Che cosa mi metto? E soprattutto: che cosa porto? Prima di tutto, meglio evitare di chiedere apertamente chi sono gli altri ospiti.
E’ poco educato, sicuramente poco discreto. E poi, basta pensare "positivo": ci sarà senz'altro della gente simpatica, e se così non fosse, una serata passa in fretta. Quanto al cosa indossare, tener presente che, al giorno d'oggi, lo "sportivo-elegante” va sempre bene. Importantissimo pensare invece al “cosa portare”. La scelta è importante perché esprime il nostro ringraziamento per l'invito, e in più parla di noi, del nostro buon gusto a chi ci ha dimostrato di volerci bene.

Se poi si vuole dare un segno di classe, la prima volta che ci si reca a casa di qualcuno, è di gran gusto inviare in anticipo un mazzo di fiori alla padrona di casa, per contribuire a dare un'aria festosa all'ambiente. Sul biglietto si può scrivere qualcosa di semplice, tipo: “Grazie per l'invito”. Se chi invita è un uomo, questo tipo di omaggio "verde" non è obbligatorio; volendo farlo, non invieremo però fiori recisi, ma una bella pianta non fiorita. Tra amici più intimi, invece, si può portare direttamente un mazzo di fiori purché piccolo e facile da sistemare, dal momento che la padrona di casa dovrà andare alla ricerca di un vaso contemporaneamente all'arrivo di altri ospiti. Agli amici che ci invitano a Natale un regalo va portato. Non è però il caso di arrivare con un dono molto "importante", per non mortificare altri ospiti giunti a mani vuote, o che si sono limitati a un semplice "pensierino”. Se conosciamo gli altri invitati, può essere ottima l'idea di mettersi d'accordo per un dono collettivo.

Libri e dischi sono sempre graditi, ma presuppongono un minimo di conoscenza dei gusti del ricevente: è vero che se non gli piacciono, o li possiede già, li può sempre cambiare, ma andare a riportarli al negozio costituisce pur sempre un piccolo fastidio, che dovremo cercare di evitargli con una scelta "mirata". Meglio invece non "lanciarsi" con piccoli oggetti per la casa, o personali: richiedono un certo grado di confidenza, un'ottima conoscenza dei gusti e delle esigenze di chi li riceve, e, se sono di valore, risultano spropositati per un semplice "grazie" per un invito a cena. Si va invece sul sicuro con una scatola di cioccolatini, o di dolci vari, sempre graditi, che i padroni di casa provvederanno ad aprire per condividerne il contenuto con gli ospiti dopo il caffè, per accompagnare piacevolmente l'eventuale bicchierino "digestivo". Dolci freschi, torte e vini sono invece poco adatti a un invito a cena, proprio a causa della regola del galateo che impone a chi riceve l' omaggio di offrirlo immediatamente ai presenti.

Chi invita ha già studiato tutto il menu, ha pensato al dessert, ha armonizzato la scelta dei vini con le vivande offerte; il dessert in più rischia di turbare l'armonia del pasto, o almeno, nel migliore dei casi, ne appesantisce moltissimo il carico calorico; così pure un vinello bianco frizzante, o un rosso corposo, risulterebbero sprecati se aggiunti in tavola solo perché portati da un ospite, e magari anche in condizioni non ottimali di temperatura. Non conoscendo il menu, quindi, chi vuole ad ogni costo contribuire alla "cantina" della serata farà bene a portare un liquore, o un vino da dessert, oppure uno spumante o champagne brut, da portare già opportunamente raffreddato, e che potrà essere servito come aperitivo. Ma chi ha la fortuna di avere un orto, o un piccolo frutteto, può fare omaggio agli amici più intimi (e nelle serate informali) dei propri prodotti, che saranno certo apprezzati e graditi. In questo caso, però, ricordiamoci che vale il concetto di “modica quantità" (si tratta di offrire un assaggio, non di riempire la dispensa) e che è richiesta un certa attenzione alla presentazione. Non che un cavolfiore vada incartato e infiocchettato come se fosse un mazzo di rose, ma senz'altro va un po' ripulito della terra. Vanno evitati fantasiosi impacchettamenti, carte di giornale e sporte di plastica che non denotano certo eleganza. Meglio puntare decisamente su un foglio di carta velina pulita, o normale carta da pacchi.http://natale.tiscali.it/

Il brindisi perfetto...secondo il galateo

Le feste natalizie sono l’occasione migliore per radunare attorno alla tavola imbandita parenti ed amici.

E’ necessario però seguire alcune regole di base per apparecchiare in modo giusto e disporre i bicchieri secondo quanto comanda il galateo. Si evitano incidenti fastidiosi e si fa un figurone con poco dispendio di energie.

Prima di tutto occorre dare la giusta importanza ai bicchieri "speciali" che nella disposizione finalizzata al brindisi hanno una posizione a parte. La coppa, o il calice per vino da dessert, solitamente utilizzati per ultimi, vanno lievemente spostati all'indietro rispetto all'allineamento diagonale formato dai tre bicchieri da acqua, da vino rosso e da vino bianco. Nell'ordine: quello da acqua va posto sul prolungamento della punta del coltello, e gli altri due alla sua destra, a formare una linea discendente "a canna d'organo".

Champagne e spumanti secchi vanno degustati nel calice a tulipano semiaperto o nel flute, alto e stretto, leggermente rafforzato nella parte superiore, che permette lo sviluppo del perlage (le bollicine) e valorizza il bouquet. Il flute sarà più avanti rispetto ai tre bicchieri quando lo spumante brut è servito con gli antipasti. Se si decide di berlo durante tutto il pasto, è consigliabile versarlo, invece, in un normale bicchiere da vino: riempire continuamente il flute risulta infatti poco pratico. Senza contare che molti signori provvisti dal buon Dio di un naso "importante" potrebbero trovare un po' scomoda la stretta imboccatura.

Una nota particolare va riservata alla famosa "coppa da champagne" cantata da Wanda Osiris. Potrebbe costituire un piccolo errore di stile, ma non rappresenta certo un crimine di lesa maestà: in Francia sono molte le persone che preferiscono questo tipo di bicchiere, perché esalta il profumo del vino. Non a caso le coppe sono il contenitore ideale del moscato e dell'Asti spumante, che così possono esprimere tutto il loro aroma e il dolce sapore. Mentre sorseggiamo, ricordiamo che questo bicchiere, secondo la tradizione, fu disegnato prendendo a modello un famoso seno femminile: quello di madame de Pompadour, bellissima favorita del re francese Luigi XV.

Occorre inoltre eliminare certe abitudini divertenti ma non troppo eleganti. Mai aprire la bottiglia facendo il "botto": non solo perché si compromettono aroma e perlage, ma perché le buone maniere impongono di evitare ogni rumore inutile, e ogni gesto che possa arrecare disturbo e fastidio agli altri. Senza contare che i tappi che "volano" sono anche pericolosi: secondo le statistiche, ogni anno in questo periodo ben 2.000 persone riportano ferite agli occhi stappando incautamente una bottiglia.

E veniamo al momento della “mescita”. Nel versare, la bottiglia si prende per il corpo non per il collo. Coppe e flutes vanno riempiti in due tempi, per evitare che si riempiano solo di schiuma, quindi si versa prima un dito di vino, si attende qualche istante e poi se ne aggiunge altro, ma senza colmare il bicchiere fino all'orlo: meglio fermarsi a circa ¾ della capienza, così il perlage durerà più a lungo.

Ed ecco le regole di comportamento consigliabili a chi tiene il bicchiere. Questo non si solleva verso chi ci sta versando da bere, per aiutarlo a "fare centro". Il bicchiere a calice si tiene per il fondo della coppa, non per lo stelo (è un gesto un po' lezioso, permesso solo ai sommelier e agli assaggiatori professionisti).

Beviamo poi a piccoli sorsi, senza rovesciare il capo all'indietro e senza vuotare il bicchiere fino all'ultima goccia. Un altro gesto da non fare - soprattutto se abbiamo in mano un calice di prezioso e, ahimè, fragilissimo cristallo - è quello di far urtare tra loro i bicchieri durante i brindisi: limitiamoci ad alzarlo all'altezza del viso, in un gesto simbolico, verso gli altri commensali, pronunciando le parole di augurio. Meglio se semplici e sincere.http://natale.tiscali.it/

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