Gli sposi George Clooney ed Elisabetta Canalis fanno segno a Micheal Jackson che no, lui proprio non può entrare. Perchè stanno arrivando i magi e portano in dono il vaccino contro l’Influenza A. Giuseppe e Maria hanno la mascherina, per sicurezza. Invece Marrazzo e le sue trans no, e nemmeno Patrizia D’Addario.
Betlemme non è in Costa Smeralda ma nel 2009 il presepe napoletano è così: zeppo di vip che pare il Billionaire. La tradizione, quella, se la sarà portata via come souvenir lo sciame di turisti che pure in una normale mattinata infrasettimanale affoga le strettoie di via San Gregorio Armeno, vicolo capitale mondiale del 'presepio', come lo chiamava Eduardo. Ve li ricordate i pastori? Quelli che inciampavano nel muschio, e te li ritrovavi sempre faccia in terra? Ecco, nel presepe del gossip hanno posti di terza fila. Al massimo una botteguccia riservata con vista sul ruscello di carta stagnola.
Il resto va bene per un’edizione speciale di Lucignolo. E allora attenzione: Noemi Letizia va posizionata lontana da Veronica Lario, visto che l’ex first lady ha la statuetta di Berlusconi inginocchiata ai suoi piedi, affinché il crocerista di passaggio possa intuire al volo uno spicchio di folclore presidenziale. C’e’ Belen in scala, scesa apposta dai cartelloni pubblicitari formato famiglia, per scorgere nientemeno che Barack Obama travestito da pastore. Non sa, Mr. President, che appena un paio d’anni or sono a badare alle greggi c’era finito Osama Bin Laden.
La guerra però non tira più e persino il Papa - col gesso - se ne sta dimesso tra i personaggi meno ambiti. Con un po’ di immaginazione tutto può accadere in questo presepe Barnum, persino che il Quagliarella di terracotta faccia gol, e di questi tempi per la Napoli pallonara sarebbe un miracolo davvero. Una volta al suo posto su questi scaffali c’era Maradona, e c’è ancora in effetti. Anzi fu proprio il Pibe una delle creazioni che inaugurò per i Ferrigno l’era del presepe d’attualità: “E mo’ di questo ci dobbiamo accontentare...”, scherza il maestro che ha la sua bottega di famiglia qui, nel cuore di Napoli, dal 1836. Evidentemente non basta più produrre - assolutamente a mano - autentici pezzi d’arte, citati dalla stampa internazionale e in mostra a New York e Parigi. “Ma non è una strategia - dice Ferrigno - già nel ‘700 si usava cambiare i costumi dei pastori seguendo le mode, e già all’epoca persone dell’attualità salivano sulle scene di questo teatro in miniatura. Così sono arrivati il pianino, il guarattellaro, Pulcinella e poi Toto’, Eduardo De Filippo e il lustrascarpe...”, fino a Brenda e Natali’. Sono i tempi che cambiano.
Di Virgilio, altro artigiano storico, grazie a questa “politica nel presepe” vive sotto la costante sventagliata dei flash. L’anno scorso Mara Carfagna gli commissionò un intero Consiglio dei ministri. E il giovanissimo Genny ha cavalcato l’onda anche quest’anno. Al fianco della natività, ecco la pre-natività ministeriale: Mariastella Gelmini con tanto di pancione e di cartello “W la riforma”. Un terremoto per la tradizione, non c’è dubbio. E perché allora non ribaltare il concetto? Alla tradizione per il terremoto c’à arrivato prima Marco Ferrigno, che sta ultimando “un presepe omaggio agli sfollati del sisma d’Abruzzo. Ci sono - spiega - i posti più importanti dell’Aquila, e la natività l’ho messa sotto la famosa Chiesa. I magi? Sono Berlusconi, Bertolaso e il generale Lisi (della Guardia di Finanza della scuola di Coppito, ndr). Metteremo all’asta il presepe e il ricavato sarà dato in beneficenza”.
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