31 dic 2008

Buon anno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


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Buon 2009 a tutti voi: amici o conoscenti o semplici visitatori!!!AUGURI!!!!!!

Natale in Australia


Ciò che colpisce osservando dall'esterno le tradizioni natalizie australiane

è la totale adesione alla cultura anglosassone, benché sia trascorso ormai molto tempo dall'arrivo nel quinto continente dei pionieri inglesi protestanti, avvenuto nel XVIII secolo. Sebbene il Natale cada in Oceania nella stagione estiva, non si è verificato negli anni alcun aggiustamento alle esigenze di un clima e di un ambiente nuovi. Certamente, oggi, lo scambio culturale avvenuto per la presenza nell'isola di una gran varietà di gruppi etnici fa sì che ognuno viva il Natale secondo le tradizioni della cultura di provenienza, ma è paradossale verificare come i bambini, che non conoscono la neve se non in fotografia o tramite la televisione, affidino i propri sogni ad un Santa Klaus che arriva con la sua slitta trainata dalle renne, e che la colazione di Natale, consumata magari al riparo di un ombrellone, preveda invariabilmente un menù ricco e sostanzioso, più adatto al rigido inverno europeo, e in tutto uguale a quello anglosassone. Unica variante all'etichetta natalizia inglese è la macedonia di frutta, sempre presente sulle tavole di festa australiane, che pone fine al pranzo del 25, questo, per la sua ricchezza, è un vero tormento per i bambini, costretti a ritardare il bagno al mare. Alcuni australiani di origine tedesca si sono riuniti in un comitato che reclama un nuovo calendario per il Natale. Come tutti i migranti afflitti dalla nostalgia, propongono di spostare le celebrazioni e le vacanze natalizie in giugno, durante la stagione invernale, per far vivere ai loro figli la la stessa atmosfera che hanno conosciuto da bambini. Non riescono infatti a capacitarsi di come sulle spiagge, molto spesso, accada di vedere giungere Babbo Natale in canoa. Un'ulteriore tradizione mutuata dall'Europa dove è però oggi quasi scomparsa è il Boxing day, festeggiato il 26 dicembre. Si tratta di una giornata dedicata agli amici, con i quali si organizza un picnic o si assiste a qualche competizione sportiva; il nome di questa insolita festa si riferisce alla tradizionale lotta esistente tra chi chiede e chi è costretto a dare la Christmas box, mancia natalizia. Nella vecchia Inghilterra, usava che tutti partecipassero alla preparazione del dolce di Natale per eccellenza, mescolando a turno l'impasto durante la sua lenta permanenza sul fuoco ed affidando ad esso uno speciale desiderio. C'era poi anche chi ­e l'uso vive ancora in Australia - vi nascondeva dentro un ditale in argento, a garanzia della felicità coniugale, una carta da gioco e una monetina, che recassero fortuna e ricchezza. Una fetta del pudding, inoltre, era sempre destinata ai figli degli emigrati, perché anche nelle colonie potessero godere e tramandare gli usi della famiglia. La ricetta originale prevedeva nell'impasto anche carne ed era cotto nel grasso di bue, operazioni oggi omesse dalla maggior parte dei cuochi.

V.Odierno


Natale in Asia


Tutte le civiltà celebrano il Natale delle proprie divinità

ed il ciclico rinnovarsi del tempo; molto spesso queste ricorrenze prevedono momenti di riunione familiare e d'integrazione dell'intero gruppo sociale, coesione che il più delle volte si realizza in sontuosi pasti collettivi, alla preparazione dei quali concorrono le donne di tutto il vicinato. La festa più importante del lunario cinese è il Capodanno, che cade intorno al 28 gennaio del calendario solare. I festeggiamenti durano una settimana, e comportano vari fuochi, scambi di doni e riti propiziatori che coinvolgono soprattutto i bambini, i quali affidano al nuovo anno i migliori propositi mettendo sotto il cuscino un sacchettino rosso. È di antica memoria l'idea che vuole che ogni cosa, animata o inanimata, sia provvista di uno spirito proprio; nelle famiglie tradizionali, dunque, particolare riguardo sarà rivolto alle innumerevoli divinità che governano la vita quotidiana, dal dio delle pignatte e delle padelle a quello dei coltelli, geni che garantiscono il funzionamento e facilitano l'uso dei vari oggetti. La gerarchia implicita in questo complesso mitologico dà al dio della cucina e del focolare un posto di assoluta preminenza e non vi è casa in cui, rintanata in una nicchia scavata sopra il camino, non vi sia una sua immagine. Alla fine dell'anno, la sacra effige, ormai annerita dal fumo degli incensi, viene bruciata; con questo atto, si segna il momento in cui il dio sale in cielo, al cospetto della divinità suprema, per fare il resoconto circa vizi e virtù di tutti i membri della famiglia. Allo scopo di conquistarne l'indulgenza, gli si rivolgono offerte alimentari e si allestiscono pasti nel segno dell'abbondanza. Affinché nel suo rapporto annuale sia dolce nei confronti dei familiari di cui conosce ogni recondito aspetto dell'animo - dall'alto del suo canto, sul camino, veglia notte e giorno sulla casa ed i suoi abitanti - , gli si offrono dolci mielati, ma, se si teme che possa parlare a sproposito, magari rivelando qualche peccato che il dio sommo non gradirebbe, sarà bene rimpinzarlo di dolci collosi e compatti, che gli impediscano di aprir bocca. In tal caso, potrà soltanto annuire col capo alle domande rivoltegli e dare così l'impressione che tutti si siano comportati per il meglio. Tra i tanti piatti che colorano la mensa d'inizio anno (come i nidi di rondine o i bachi da seta fritti) si nota la testa di maiale intera semplicemente bollita, accompagnata da salse speziate e agrodolci. L'eccezionalità della preparazione è sottolineata dal fatto che solitamente carni e verdure si presentano in tavola tagliate a pezzi e mai interi. In questo caso, è l'interezza della vivanda a marcare la differenza tra tempo ordinario e quello festivo, separazione ugualmente suggerita dalla presenza dei pani ricchi. I nomadi tibetani preparano per la stessa ricorrenza un pane intrecciato composto di quattro rotoli di pasta fritti nell'olio che, con il suo colore dorato, è considerato un alimento di lusso, simbolo di prosperità: esso ha il potere di allungare la vita a chi lo assaggi. Anche in Giappone si attende il Capodanno per stare insieme. Al contrario di quanto accade in Occidente, gli ultimi giorni dell' anno si dedicano alla famiglia. Infatti, se ormai tutti i giovani, specie nelle città, festeggiano il Natale secondo l'uso statunitense (anche qui non manca la corsa agli acquisti, la calza di Santa Klaus e gli alberi dalle luci colorate), il Capodanno è festa sia civile che religiosa. Qui la ricorrenza è anticipata di circa un mese (rispetto alla Cina), così da farla coincidere con la fine dell'anno solare. L'ultima notte di dicembre è d'uso recarsi al tempio (la tradizione riguarda sia la religione buddista che quella scintoista), dove, a turno, si batte una grossa barra metallica posta in una struttura all'interno del giardino sacro. La casa viene addobbata con festoni e decorazioni di bambù e rami di pino che servono a tenere lontani gli spiriti maligni; esse vengono disposte davanti alla porta d'ingresso, sui due lati. Al mattino del primo dell'anno si indossa il kimono più bello per recarsi di nuovo al tempio, dove si lanciano dei soldi in un' arca di legno e si prega dio perché conceda un nuovo anno ricco di felicità. In casa, più tardi, ci si riunisce per partecipare al pranzo "più rumoroso": la pietanza servita in quella ricorrenza consiste infatti in tagliolini che vanno tradizionalmente trangugiati con grande rumore per dimostrare quanto siano apprezzati. Questo piatto, conosciuto come soba, è tipico del Capodanno, tanto che,secondo un detto popolare, mangiare la soba equivale ad entrare nel nuovo anno. Il dessert è una sorta di budino preparato con degli azuki (fagioli di soia) bolliti a lungo e zuccherati, nel quale si intingono i caratteristici mochi, palline di riso bianco presenti sempre sulla mensa festiva. Per il divertimento dei bambini, si modellano i mochi a forma di omini di neve, e li si dota di una testa fatta con un' arancia. Il periodo di vacanza termina il 7 gennaio (come in Europa). In quel giorno, ci si prepara a riprendere il ritmo di sempre con un pasto estremamente sobrio: il riso delle sette erbe. Si tratta di un riso bianco bollito con sette erbe selvatiche, tra cui primeggia il daikon. Questo piatto offre l'occasione per trascorrere una giornata in campagna, alla ricerca degli ingredienti per prepararlo, ma sono sempre più numerosi quanti preferiscono sostituire le erbette e le radici della tradizione con sette diverse verdure da acquistare più comodamente in città.

V.Odierno


Natale in Africa



In molti Paesi africani, la coesistenza di culture religiose diverse ha dato vita ad interessanti incontri.

Ad esempio, in Nigeria, si celebrano le principali feste delle religioni presenti in misura maggiore. Così, per Natale, le famiglie si riuniscono attorno agli anziani e tutti i conoscenti, senza far distinzioni tra i culti, sono invitati a partecipare alla cena della vigilia. In quella sera, vige infatti l'abitudine di lasciare aperto l'uscio di casa per far sì che chiunque si senta il benvenuto. La tradizione vuole che ci si scambi regali, spesso consistenti in cibi sia crudi che cotti. Ogni famiglia riceve ed offre molto più cibo di quanto in realtà se ne consumi, e questa abbondanza è considerata di buon augurio. Oltre ai doni alimentari, corre l'uso di donar vestiti, specie se i destinatari sono dei bambini. Nei giorni che precedono il Natale sono le ragazze che vanno di casa in casa, ballando e cantando accompagnate da tamburi. Usano annunciarsi con un biglietto in cui specificano il giorno in cui si esibiranno. Le danze proposte variano in base all'appartenenza etnica dei vari gruppi, come pure i canti, sempre composti nelle lingue locali. Dal 25 in avanti, invece, è la volta degli uomini di esibirsi lungo le strade. Con i volti coperti da grosse maschere di legno, raffigurano vari personaggi legati al costume locale. Si dividono in due gruppi: maschere danzanti, dall'aspetto umano, e maschere dall'aspetto più inquietante, temute da tutti e soprattutto dai bambini. Le stesse maschere possono comparire anche in altri periodi dell'anno, sempre però legate a particolari eventi, come in occasione di funerali o altri momenti critici. Le maschere, in tutte le culture, sono oggetti che racchiudono in sé una grande potenza; in esse nulla è casuale. Già nell'atto di fabbricazione si esegue un preciso rituale, tramandato di generazione in generazione da artigiani specializzati ognuno nella costruzione di un particolare tipo. In passato, la tradizione prescriveva che soltanto chi avesse scolpito la maschera potesse indossarla. Quest'idea, comune anche nel folklore europeo, era dovuta alla convinzione che il legno inciso avesse il potere di captare il fluido che lega l'uomo al mondo vegetale e al ciclo cosmico e che l'incisore, proprio per il suo lungo contatto con la materia, fosse in grado di avere un dialogo privilegiato con le potenze evocate. Anche nell'indossare e personificare le maschere nelle danze ad esse legate si seguono norme tradizionali. Esse sono attive sino alla fine dell'anno; l'ultima notte, con vari strumenti, girano per le strade facendo un gran chiasso e si interrompono solo alle luci del primo dell' anno, giorno in cui le città sembrano deserte per il silenzio assoluto. Mentre il presepe è una tradizione importata solo di recente, l'albero è presente nelle celebrazioni natalizie africane già dai primi tempi delle missioni. Inutile però pensare al classico abete europeo... La decorazione più frequente, in casa come in chiesa, consiste in un intreccio di rami di palma, spesso disposti a formare un arco, su cui vengono applicati dei grandi fiori bianchi che sbocciano sotto Natale. I fiori, bellissimi, non vengono coltivati; sono generalmente i bambini che, al mattino della vigilia, tra non poche difficoltà (si tratta di piante rampicanti dalle spine lunghe diversi centimetri), escono per raccoglierli. Chi invece desidera avere delle decorazioni più durature, che abbelliscano la casa almeno fino a Capodanno, opta per uno dei tanti alberi artificiali presenti sul mercato nelle più diverse fogge, oppure arricchisce con nastri colorati e luci un piccolo banano. La sera della Vigilia si segue una grandiosa fiaccolata che ha luogo dopo la messa di mezzanotte e che è caratterizzata dai canti religiosi cristiani, quasi sempre in inglese. La notte trascorre in compagnia fino al mattino, quando si comincia ad allestire un pranzo abbondantissimo: più famiglie si riuniscono per ammazzare un animale (un agnello, una capra, una pecora o almeno un pollo). I due ingredienti che non possono mancare al pasto principale del giorno di Natale sono la carne (cucinata in umido) ed il riso bianco; ad essi si accompagnano altri cibi che appartengono alle tradizioni familiari e non sono specifici delle feste di fine anno.


Lenticchie di capodanno

Lenticchie di capodanno



Ingredienti600 gr. lenticchie piccole secche
battuto di cipolla, sedano, carote
olio
concentrato di pomodoro
brodo di dado


PreparazioneLasciate a bagno le lenticchie per una notte. Fate un bel soffritto con il battuto (abbondante) e l'olio d'oliva, aggiungete le lenticchie e allungate con il brodo caldo. Quando il brodo si è consumato la prima volta, mettete un po' di concentrato. Fate cuocere così, aggiungendo brodo e assaggiando ogni tanto per verificare la consistenza delle lenticchie (cuociono circa un'oretta).

Tradizioni e superstizioni di Capodanno

Il Capodanno è tradizionalmente considerato il giorno di transizione,
la notte in cui tutto è permesso ma soprattutto la serata che sarà il modello per le 364 successive. Perchè quindi non tentare una strizzata d'occhio alla fortuna riesumando alcune vecchie tradizioni, enogastronomiche e non solo? Le abitudini nel Bel paese si tramandano da anni e "servono" a garantire fortuna e prosperità per il nuovo periodo che arriva.

LE LENTICCHIE
Prime tra tutte le immancabili lenticchie che, da nord a sud, arrivano puntuali simboleggiando l’abbondanza e il denaro. Ogni lenticchia è, infatti, rappresentazione di una moneta e quindi più ne mangeremo e più soldi avremo. Anche lo zampone e il cotechino sono divenute il simbolo dell’abbondanza viste anche le caratteristiche super nutrienti della carne di maiale. Mangiare queste due pietanze a capodanno promette un anno ricco e fortunato. Anche chiudere la cena con uva e frutta secca è garanzia di un anno prospero: "chi mangia l'uva per Capodanno -recita un antico proverbio- conta i quattrini tutto l'anno".

IL VISCHIO
Sempre nella notte di capodanno non dimenticate di appendere del vischio sulle porte per allontanare gli spiriti maligni da casa, e se gli spiriti sono già dentro non c'è da preoccuparsi, basterà arieggiare una stanza buia poco prima dello scoccare del nuovo anno. Attenzione, però, in contemporanea è indispensabile aprire le finestre anche in una stanza illuminata per accogliere nelle mura domestiche gli spiriti del bene.

I SOLDI
Se l'idea di trascorrere la mezzanotte fuori casa vi tenta ricordate di non uscire mai a tasche vuote: tutte le monetine che avrete con voi si moltiplicheranno nell’anno nuovo. Sempre a proposito del denaro mai negare un prestito chiesto a Capodanno: i soldi prestati torneranno, infatti, centuplicati


A Novelda, nella Spagna orientale, si raccolgono i grappoli d'uva Vinaloppo. La tradizione vuole che alla mezzanotte del 31 si mangino gli acini di 12 grappoli. Il rito promette fortuna e un desiderio esaudito nel corso dell'anno.

"Chi mangia l'uva per Capodanno conta i quattrini tutto l'anno",
così recita un antico proverbio. Questo perché cogliere l’uva nel periodo invernale
significava avere avuto un raccolto ricco.

Mai negare un prestito di denaro chiesto a Capodanno:
il denaro prestato torna indietro centuplicato.

29 dic 2008

Poesie anno nuovo

di Gianni Rodari
O anno nuovo, che vieni a cambiare
il calendario sulla parete,
ci porti sorprese dolci o amare?
Vecchie pene o novità liete?
Dodici mesi vi ho portati,
nuovi di fabbrica, ancora imballati;.
trecento e passa giorni ho qui,
per ogni domenica il suo lunedì;
controllate, per favore:
ogni giorno ha ventiquattr'ore.
Saranno tutte ore serene
se voi saprete usarle bene.
Vi porto la neve: sarà un bel gioco
se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
Saranno una festa le quattro stagioni
se ognuno avrà la sua parte di doni.

L'anno nuovo

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.

Filastrocca di capodanno

Filastrocca di capodanno ,
fammi gli auguri per tutto l'anno .
voglio un gennaio col sole d'aprile ,
un luglio fresco , un marzo gentile ,
voglio un giorno senza sera ,
voglio un mare senza bufera ,
voglio un pane sempre fresco ,
sul cipresso sempre fresco ,
che siano amici il gatto e il cane ,
che diano latte le fontane .
se voglio troppo dammi niente ,
dammi una faccia allegra solamente.

Nuovo annodi Madre teresa di calcutta

Cosa posso dirvi per aiutarvi a vivere meglio in questo anno?
Sorridetevi
gli uni gli altri ;
sorridete a vostra moglie ,
a vostro marito ,
ai vostri figli ,
alle persone con le quali lavorate ,
a chi vi comanda ;
sorridetevi a vicenda ;
questo vi aiuterà a crescere nell'amore ,
perchè il sorriso è il frutto dell'amore ".


Il Primo Giorno dell'Anno
di Pablo Neruda

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli...
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

VITERBO CHRISTMAS VILLAGE

 Tutta la magia del Natale a Viterbo. In una bellissima dimora del '400 potrai trovare La casa di Babbo Natale. Potrai visitare La Fabbr...