26 set 2019
I migliori racconti sul Natale
Nel periodo natalizio mi piace molto creare l'atmosfera giusta e leggere o guardarmi un film in tema.ù
Mi piace riguardare Miracolo nella 34ª strada, i classici film su Santa Clause di Tim Allen, oppure i cartoni come Polar Express!
La mia storia preferita di Natale è un classico, è sempre bello da leggere, ma non disdegno le varie versioni cinematografiche: Il canto di Natale.
Nella gelida notte della vigilia di Natale il vecchio Scrooge, che ha passato tutta la sua vita ad accumulare denaro, riceve la visita terrificante del fantasma del suo socio. Ma è solo l’inizio: ben presto appariranno altri tre spiriti, per trasportarlo in un vorticoso viaggio attraverso il Natale passato, presente e futuro. Un viaggio che metterà Scrooge di fronte a quello che è realmente diventato: un vecchio tirchio, insensibile e odiato da tutti, che ama solo la compagnia della sua cassaforte.
Riuscirà la magia del Natale a operare un miracolo sul suo cuore inaridito?
Il pianeta degli alberi di Natale di Gianni Rodari, una favola a cavallo tra la fantascienza, l'utopia e i mondi alla rovescia tanto amati da Rodari. In questo romanzo, un bambino, portato nello spazio da un vascello spaziale mascherato da cavallo a dondolo, incontra degli alieni che, liberati dal lavoro grazie alle macchine, vivono in un "pianeta della cuccagna" e si dedicano solo a scienze, arti e politica. Ma cosa vogliono questi spaziali da lui? Se agli occhi smaliziati di un adulto la trama può sembrare, a tratti, semplicistica, va detto che il libro affrontava temi assolutamente rivoluzionari per l'epoca e attuali ancora oggi, come l'idea che i bambini debbano prepararsi fin da piccoli diventare i governanti del mondo di domani, ma senza perdere la vivacità, la spontaneità e la capacità di essere amici di tutti.
Un'altra storia/racconto che a Natale non deve mancare, è un altro classico di cui ho trovato anche la versione da leggere: Natale in casa Cupiello.
E' forse l'opera più famosa di Edoardo De Filippo, ho visto la versione teatrale in tv quando ero piccola, mia madre, da buona campana, non ne perdeva una.
Si avvicina il Natale, e come ogni anno Luca Cupiello si accinge a preparare il presepe nonostante l'insofferenza di sua moglie Concetta e suo figlio Tommasino. Per Luca il presepe rappresenta una priorità assoluta del suo vivere quotidiano, ma in realtà la quiete famliare è turbata da un dramma che sua moglie Concetta - chissà come - riesce a tenere nascosto al marito. La figlia di Luca e Concetta, Ninuccia è sposata con Nicolino, un facoltoso commerciante, ma non lo ama, ed anzi ha intenzione di fuggire con il suo amante, Vittorio Elia, comunicando la sua decisione al marito per lettera. Concetta riesce a strappare dalle mani di Ninuccia la lettera, per impedire che il peggio accada, ma nella confusione - e senza sapere nulla - Luca consegna la missiva al genero.
16 nov 2018
Il Natale di Martin di Tolstoj
La casa di Martin di Tolstoj
In una certa città viveva un ciabattino, di nome Martin Avdeic. Lavorava in una stanzetta in un seminterrato, con una finestra che guardava sulla strada. Da questa poteva vedere soltanto i piedi delle persone che passavano, ma ne riconosceva molte dalle scarpe, che aveva riparato lui stesso. Aveva sempre molto da fare, perché lavorava bene, usava materiali di buona qualità e per di più non si faceva pagare troppo.
Anni prima, gli erano morti la moglie e i figli e Martin si era disperato al punto di rimproverare Dio. Poi un giorno, un vecchio del suo villaggio natale, che era diventato un pellegrino e aveva fama di santo, andò a trovarlo. E Martin gli aprì il suo cuore.
- Non ho più desiderio di vivere - gli confessò. - Non ho più speranza.
Il vegliardo rispose: « La tua disperazione è dovuta al fatto che vuoi vivere solo per la tua felicità. Leggi il Vangelo e saprai come il Signore vorrebbe che tu vivessi.
Martin si comprò una Bibbia. In un primo tempo aveva deciso di leggerla soltanto nei giorni di festa ma, una volta cominciata la lettura, se ne sentì talmente rincuorato che la lesse ogni giorno.
E cosi accadde che una sera, nel Vangelo di Luca, Martin arrivò al brano in cui un ricco fariseo invitò il Signore in casa sua. Una donna, che pure era una peccatrice, venne a ungere i piedi del Signore e a lavarli con le sue lacrime. Il Signore disse al fariseo: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e non mi hai dato acqua per i piedi. Questa invece con le lacrime ha lavato i miei piedi e con i suoi capelli li ha asciugati... Non hai unto con olio il mio capo, questa invece, con unguento profumato ha unto i miei piedi.
Martin rifletté. Doveva essere come me quel fariseo. Se il Signore venisse da me, dovrei comportarmi cosi? Poi posò il capo sulle braccia e si addormentò.
All'improvviso udì una voce e si svegliò di soprassalto. Non c'era nessuno. Ma senti distintamente queste parole: - Martin! Guarda fuori in strada domani, perché io verrò.
L'indomani mattina Martin si alzò prima dell'alba, accese il fuoco e preparò la zuppa di cavoli e la farinata di avena. Poi si mise il grembiule e si sedette a lavorare accanto alla finestra. Ma ripensava alla voce udita la notte precedente e così, più che lavorare, continuava a guardare in strada. Ogni volta che vedeva passare qualcuno con scarpe che non conosceva, sollevava lo sguardo per vedergli il viso. Passò un facchino, poi un acquaiolo. E poi un vecchio di nome Stepanic, che lavorava per un commerciante del quartiere, cominciò a spalare la neve davanti alla finestra di Martin che lo vide e continuò il suo lavoro.
Dopo aver dato una dozzina di punti, guardò fuori di nuovo. Stepanic aveva appoggiato la pala al muro e stava o riposando o tentando di riscaldarsi. Martin usci sulla soglia e gli fece un cenno. - Entra· disse - vieni a scaldarti. Devi avere un gran freddo.
- Che Dio ti benedica!- rispose Stepanic. Entrò, scuotendosi di dosso la neve e si strofinò ben bene le scarpe al punto che barcollò e per poco non cadde.
- Non è niente - gli disse Martin. - Siediti e prendi un po' di tè.
Riempi due boccali e ne porse uno all'ospite. Stepanic bevve d'un fiato. Era chiaro che ne avrebbe gradito un altro po'. Martin gli riempi di nuovo il bicchiere. Mentre bevevano, Martin continuava a guardar fuori della finestra.
- Stai aspettando qualcuno? - gli chiese il visitatore.
- Ieri sera- rispose Martin - stavo leggendo di quando Cristo andò in casa di un fariseo che non lo accolse coi dovuti onori. Supponi che mi succeda qualcosa di simile. Cosa non farei per accoglierlo! Poi, mentre sonnecchiavo, ho udito qualcuno mormorare: "Guarda in strada domani, perché io verrò".
Mentre Stepanic ascoltava, le lacrime gli rigavano le guance. - Grazie, Martin Avdeic. Mi hai dato conforto per l'anima e per il corpo.
Stepanic se ne andò e Martin si sedette a cucire uno stivale. Mentre guardava fuori della finestra, una donna con scarpe da contadina passò di lì e si fermò accanto al muro. Martin vide che era vestita miseramente e aveva un bambino fra le braccia. Volgendo la schiena al vento, tentava di riparare il piccolo coi propri indumenti, pur avendo indosso solo una logora veste estiva. Martin uscì e la invitò a entrare. Una volta in casa, le offrì un po' di pane e della zuppa. - Mangia, mia cara, e riscaldati - le disse.
Mangiando, la donna gli disse chi era: - Sono la moglie di un soldato. Hanno mandato mio marito lontano otto mesi fa e non ne ho saputo più nulla. Non sono riuscita a trovare lavoro e ho dovuto vendere tutto quel che avevo per mangiare. Ieri ho portato al monte dei pegni il mio ultimo scialle.
Martin andò a prendere un vecchio mantello. - Ecco - disse. - È un po' liso ma basterà per avvolgere il piccolo.
La donna, prendendolo, scoppiò in lacrime. - Che il Signore ti benedica.
- Prendi - disse Martin porgendole del denaro per disimpegnare lo scialle. Poi l’accompagnò alla porta.
Martin tornò a sedersi e a lavorare. Ogni volta che un'ombra cadeva sulla finestra, sollevava lo sguardo per vedere chi passava. Dopo un po', vide una donna che vendeva mete da un paniere. Sulla schiena portava un sacco pesante che voleva spostare da una spalla all'altra. Mentre posava il paniere su un paracarro, un ragazzo con un berretto sdrucito passò di corsa, prese una mela e cercò di svignarsela. Ma la vecchia lo afferrò per i capelli. Il ragazzo si mise a strillare e la donna a sgridarlo aspramente.
Martin corse fuori. La donna minacciava di portare il ragazzo alla polizia. - Lascialo andare, nonnina - disse Martin. - Perdonalo, per amor di Cristo.
La vecchia lasciò il ragazzo. - Chiedi perdono alla nonnina - gli ingiunse allora Martin.
Il ragazzo si mise a piangere e a scusarsi. Martin prese una mela dal paniere e la diede al ragazzo dicendo: - Te la pagherò io, nonnina.
- Questo mascalzoncello meriterebbe di essere frustato - disse la vecchia.
- Oh, nonnina - fece Martin - se lui dovesse essere frustato per aver rubato una mela, cosa si dovrebbe fare a noi per tutti i nostri peccati? Dio ci comanda di perdonare, altrimenti non saremo perdonati. E dobbiamo perdonare soprattutto a un giovane sconsiderato.
- Sarà anche vero - disse la vecchia - ma stanno diventando terribilmente viziati.
Mentre stava per rimettersi il sacco sulla schiena, il ragazzo sì fece avanti. - Lascia che te lo porti io, nonna. Faccio la tua stessa strada.
La donna allora mise il sacco sulle spalle del ragazzo e si allontanarono insieme.
Martin tornò a lavorare. Ma si era fatto buio e non riusciva più a infilare l'ago nei buchi del cuoio. Raccolse i suoi arnesi, spazzò via i ritagli di pelle dal pavimento e posò una lampada sul tavolo. Poi prese la Bibbia dallo scaffale.
Voleva aprire il libro alla pagina che aveva segnato, ma si apri invece in un altro punto. Poi, udendo dei passi, Martin si voltò. Una voce gli sussurrò all'orecchio: - Martin, non mi riconosci?
- Chi sei? - chiese Martin.
- Sono io - disse la voce. E da un angolo buio della stanza uscì Stepanic, che sorrise e poi svanì come una nuvola.
- Sono io - disse di nuovo la voce. E apparve la donna col bambino in braccio. Sorrise. Anche il piccolo rise. Poi scomparvero.
- Sono io - ancora una volta la voce. La vecchia e il ragazzo con la mela apparvero a loro volta, sorrisero e poi svanirono.
Martin si sentiva leggero e felice. Prese a leggere il Vangelo là dove si era aperto il libro. In cima alla pagina lesse: Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. In fondo alla pagina lesse: Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me.
Così Martin comprese che il Salvatore era davvero venuto da lui quel giorno e che lui aveva saputo accoglierlo.
24 ott 2009
A Christmas Carol.....il racconto di Natale
Il Canto di Natale è, probabilmente, l’opera più famosa di Charles Dickens.
Il Canto è suddiviso in 5 parti: nella prima si descrive il personaggio di Ebenezer Scrooge, un tirchio, ricco e avaro finanziere della City che non spende nulla nemmeno per sé e per il quale il Natale è una perdita di tempo (rimprovera Dio stesso per il riposo domenicale che intralcia il commercio e il guadagno). Talmente infastidito dalle festività, costringe il suo contabile Bob Cratchit, cui dà uno stipendio da fame, a presentarsi al lavoro anche il giorno dopo quello di Natale molto presto per rifarsi del tempo perduto il giorno prima. Per strada risponde male a tutti coloro che gli fanno gli auguri, incluso l'affettuoso nipote Fred, figlio della defunta sorella che invano lo prega di pranzare con la sua famiglia: l'unica compagnia che conta per Scrooge è quella della sua cassaforte. Per questo accanimento ai soldi è una persona poco amata da tutti i cittadini. Alcuni uomini giungono da lui per chiedere donazioni per i poveri ma lui li scaccia. Tornato a casa, però, gli sembra di intravedere specchiato nel battiporta del portone il volto del defunto socio in affari Marley, morto sette anni prima, visione che lo turba profondamente. Rinchiusosi nella sua vecchia casa, comincia a percepire dei rumori strani: ora quello di un carro funebre che si trascina invisibile sulle scale avvolte nel buio, ora un rumore di catene nella cantina, infine vede oscillare da sola una campanella collegata alla deserta camera antistante, trascinando tutte le altre della casa in un suono assordante e spaventoso. A questo punto si apre una porta, e compare il fantasma di Marley: una visione tremenda, tanto più terrificante in quanto, scoperte le bende per mostrare il volto, cade la mascella dal viso. Intorno alla vita, una catena forgiata di lucchetti, timbri, assegni, e tutto quel materiale che, secondo l'ammissione di Marley, lo ha distolto dal fare del bene agli altri accumulando denaro tutto per se: il rimpianto per aver vissuto chiuso nel proprio egoismo lontano dalle persone che amava e che lo amavano costituisce la sua pena eterna, una dannazione che lo costringe a vagare per il mondo senza potere vedere la luce di Dio. Il solo sollievo è ammonire Scrooge, perché la catena che si sta forgiando è ben più lunga e pesante della sua. Se andrà avanti così, anche lui subirà la stessa sorte: Marley gli annuncia allora la visita imminente di tre spiriti: uno che incarna i Natali passati, un altro quello presente, l'ultimo il Natale futuro.
Ogni anno ci offrono una rappresentazione diversa di questo racconto e, ad essere sincera, non me la perdo mai. Quest’anno tocca Robert Zemeckis darne una sua rappresentazione....eccone un accenno:
29 nov 2008
Il pianeta degli alberi di Natale
Prezzo di copertina € 15,50
Dati 2008, 142 p., ill., rilegato
Editore Einaudi Ragazzi
Einaudi Ragazzi prosegue la riedizione dei classici di Gianni Rodari illustrati da Bruno Munari, due tra i massimi "fantasisti" della letteratura italiana per ragazzi. Ritorna ora in libreria "Il Pianeta degli alberi di Natale", una favola a cavallo tra la fantascienza, l'utopia e i mondi alla rovescia tanto amati da Rodari. In questo romanzo, un bambino, portato nello spazio da un vascello spaziale mascherato da cavallo a dondolo, incontra degli alieni che, liberati dal lavoro grazie alle macchine, vivono in un "pianeta della cuccagna" e si dedicano solo a scienze, arti e politica. Ma cosa vogliono questi spaziali da lui? Se agli occhi smaliziati di un adulto la trama può sembrare, a tratti, semplicistica, va detto che il libro affrontava temi assolutamente rivoluzionari per l'epoca e attuali ancora oggi, come l'idea che i bambini debbano prepararsi fin da piccoli diventare i governanti del mondo di domani, ma senza perdere la vivacità, la spontaneità e la capacità di essere amici di tutti.
Il pianeta degli alberi di Natale
Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
e i frutti di cioccolata?
Presto, presto, adunata, si va
nel Pianeta degli alberi di Natale,
io so dove sta.
Che strano, beato pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’è il mercato dei balocchi.
un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
ti fa l’inchino e dice: “Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore…”
Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è.
Un bel pianeta davvero
anche se qualcuno insiste
a dire che non esiste…
Ebbene, se non esiste esisterà:
che differenza fa?
Buon Natale, Marley!
Autore Grogan John
Prezzo € 8,00
Dati 2008, 36 p., ill., rilegato
Traduttore Balducci G.
Editore Sperling & Kupfer (collana Parole)
È arrivata la vigilia di Natale e Marley, il cucciolotto combinaguai, non perde l'occasione per lanciarsi a capofitto nei preparativi. In attesa che la sospirata neve scenda dal cielo e che Babbo Natale si cali giù per il camino, Marley ce la mette davvero tutta per dare una... zampa con gli addobbi. Riuscirà il cagnone a non distruggere tutta la casa prima ancora che la festa cominci? O anche lui saprà, a suo modo, coglierne tutta la magia?
Lettere a Babbo Natale... e a Dio per conoscenza
Prezzo di copertina € 5,00
Dati 2008, 48 p., ill., brossura
Editore Effatà (collana Il piacere di leggere)
Tre Natali, tre lettere. Un bambino scrive a Babbo Natale una lettera speciale per domandare un "non so cosa per non so chi". In un cammino spirituale dai grandi balzi scoprirà un orizzonte inaspettato e capace di illuminare ogni Natale a venire, indirizzando le sue lettere ad un destinatario dalle potenzialità infinite.
Le ricette di Natale per tutta la famiglia.
Prezzo di copertina € 13,00
Dati 2008, 59 p., ill., brossura
Editore Lampi di Stampa (collana I Platani)
Arriverà Natale.
Qualcuno dirà: ma siamo solo a settembre! Chi è amante del Natale come me, potrà comprendere la sensazione che posso provare appena l'e...
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All'interno si trova. * un tabellone in materiale cartonato molto resistente con caselle che vanno da 1 a 100 * un dado * 12 segnalini c...
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Ghirlanda con tappi di sughero Prendere dei tappi di sughero ed unirli tra loro con colla o spago per formare una...
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Tecnica del patchwork ad intaglio. Materiale occorrente: Uova in polistirolo di diversa misura, Stoffa damascata o tipo tappezzer...