Il presepe napoletano nasce circa nel 1700 e con esso anche il mestiere del figurinaio o figuraro, cioè il creatore di statuette del presepe napoletano. Alte circa 35-40 centimetri, sono realizzate non più in legno, ma in stoppa, con uno scheletro in fil di ferro e gli arti in legno dipinto, mobili, la testa in terracotta policroma e gli occhi in vetro. A Napoli il presepe diviene più che una semplice tradizione, è arte, storia e rappresenta la società.
Addirittura, alcuni artigiani, che lavorano soprattutto nella zona di S Gregorio Armeno (dove ancora oggi si possono vedere al lavoro) si specializzano nella creazione di un determinato tipo di personaggio, come i pastori.
Il
presepe napoletano si popola di tanti personaggi diversi, che rappresentano i vari mestieri, con i caratteristici abiti. Anche la rappresentazione degli animali diventa molto varia: sono raffigurati anche animali esotici, come pappagalli, scimmie, cammelli, leoni.
A Napoli, nel Settecento, la creazione del
presepe, diventa un passatempo per i nobili ed i ricchi borghesi, che fanno a gara nell’allestimento del presepe più ricco e più bello. La visione di questi presepi dell’aristocrazia è aperta al pubblico in modo che tutti li possano ammirare . Ammirano questi presepi anche il Re con la Corte e gli stranieri che giungono a Napoli con il Gran Tour e che li descrivono nei loro diari o resoconti di viaggio. Il
presepe diventa così uno strumento per ostentare la propria ricchezza o quella della propria famiglia.
Anche il Re Carlo III di Borbone trascorre molto tempo a sovrintendere all’allestimento del presepe ( ed a fare lui stesso delle statuine), realizzato in alcuni saloni del Palazzo Reale. La Regina invece cuce i sontuosi vestiti delle statuette.
Un
presepe napoletano famoso è quello allestito nel Natale del 1707 dall’architetto Gian Battista Nauclerio, che è illuminato in modo da simulare il trascorrere delle ore.
Il
presepe del Principe di Ischitella invece è famoso perché i vestiti dei Mori erano ricoperti di oreo e di gemme preziose.
Bellissimi presepi sono allestiti anche nelle chiese napoletane.
Nel corso del XVIII secolo il
presepe si diffonde anche presso il popolo napoletano, anche se allestito in modo semplice e povero, con pochi personaggi messi sullo scoglio (il masso) che costituisce il presepe, spesso custodito dentro una scatola (scarabattola) con una teca di vetro, appesa al muro o posta sul comò.
In genere, il
presepe napoletano settecentesco è composto da tre sequenze narrative: la Natività, all’interno di una stalla o di una grotta; l’Annuncio della nascita di Gesù ai pastori dormienti da parte dell’angelo; la taverna, con gli avventori che banchettano all’aperto. (
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