La festa della donna.
L'occasione per discutere dei mille volti dell'universo femminile. Personalità complesse, dalle mille sfaccettature. Ma gli ultimi fatti di cronaca fanno emergere, purtroppo, un aspetto particolare: la fragilità delle donne, ma anche il loro coraggio e la loro forza d'animo. Parliamo delle donne che hanno subìto violenza: fragili perché sono le vittime, ma allo stesso tempo forti e coraggiose perché reagiscono. Di questo abbiamo parlato con la presidentessa del Comitato Pari Opportunità dell'Università di Cassino, Fiorenza Taricone, a cui abbiamo chiesto di analizzare il fenomeno della violenza sulla donne. Accadono una serie di fatti concomitanti – ha esordito – La violenza attira lo sguardo sulla vittima, su colei che, fino a qualche anno fa, non aveva voce, su colei che subisce. Il movimento femminista, a cui tutti dobbiamo essere debitori e debitrici, ha aiutato a far affermare un principio: il reato non è contro la morale ma contro la persona.”
La professoressa Taricone ha tenuto molto a sottolineare che non bisogna solo centrare l'attenzione, che a volte diventa morbosa, sulla vittima. Bisogna invece capire che si tratta di un rapporto duale: da una parte c'è la vittima, dall'altra il persecutore. «Ultimamente – ci ha detto – si sta incentivando la coscienza della ribellione, la donna si sta costruendo una nuova immagine di se stessa, di una persona che ha la forza di denunciare. Anche gli ultimi casi di violenze sessuali hanno dimostrato una grande volontà della donna di non soggiacere al ruolo di vittima.” Insomma, l'altra metà del cielo, adesso, per fortuna, non vuole più subire. Non vuole più essere vittima senza voce. Per cercare in qualche modo di superare il problema, si deve lavorare sotto l'aspetto culturale, sociale, ma anche politico. Secondo la Taricone, bisogna intervenire sullo stereotipo maschile, sia sull'approccio del'uomo alla fisicità, sia sul rispetto della persona in senso lato.
E la violenza va considerata in tutte le sue forme, non solo dal punto di vista sessuale. Bisogna distinguere tra la violenza del singolo e quella di gruppo, quella del branco. La «logica» individuale riguarda anche la violenza che avviene in famiglia in tutte le sue infinite gradazioni: dall'incesto alla pedofilia ai maltrattamenti del coniuge. La «logica del branco», invece, rivela un disagio sociale profondo, che racchiude in sé il bullismo, il teppismo, il desiderio di sopraffare. E sul tema degli stranieri, che troppo spesso sono identificati come la radice del problema, la professoressa Taricone non ha dubbi: "E' facile trovare un capro espiatorio, ma troppo spesso questo ci fa dimenticare tutto ciò che avviene con i nostrani. "
http://iltempo.ilsole24ore.com/frosinone/2009/03/04/996768-festa_della_donna_solo_mimosa.shtml
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