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L'Albero di Natale

20 apr 2011

Lo scoppio del carro o Fuoco di Pasqua a Firenze

L'origine di questa cerimonia tradizionale risale ai tempi delle crociate.
Si narra che nel 1099 il famoso capitano fiorentino Pazzino dei Pazzi combatté valorosamente contro gli infedeli, salì per primo sulle mura di Gerusalemme e vi innalzò il vessillo cristiano. Per queste sue gesta, Goffredo di Buglione lo premiò con alcune pietre del Santo Sepolcro.

Pazzino dei Pazzi le portò a Firenze ed esse furono usate dal Vescovo nel giorno del Sabato Santo: sfregando un acciarino su di esse, accese un fuoco che venne distribuito a tutti i cittadini. Da qui la famiglia dei Pazzi gettò le basi dell'odierna cerimonia, costruendo un monumentale "Carro di Fuoco" detto "Brindellone", simile al carroccio cittadino; per secoli i discendenti della famiglia mantennero questa tradizione, ripresa poi in tempi recenti.

La mattina di Pasqua il carro viene trasportato da buoi bianchi dal piazzale di porta al Prato fino al duomo. Viene poi teso un filo di ferro che unisce il carro all'altare maggiore del duomo. Lungo questo filo viene installata una colombina che porta nel becco un ramoscello di olivo: questa colombina deve scivolare lungo il filo verso il carro con la miccia accesa per incendiare
i fuochi d’artificio contenuti su di esso.
Infatti durante la S. Messa , al momento del "Gloria", l'Arcivescovo accende i razzi della "Colombina", la quale scorre lungo un filo, percorrendo tutta la navata centrale; qui appicca il fuoco ai mortaretti piazzati sul "Carro", segue poi il percorso inverso tornando all'altar Maggiore.

Se tutto si svolge senza intoppi, per Firenze si preannuncia un anno positivo.

Il "Carro" di adesso non è ovviamente lo stesso costruito dalla famiglia dei Pazzi, ma conserva ancora al suo interno "le pietre del Santo Sepolcro"; esso è alloggiato durante l'anno al n. 48 di Porta al Prato, a Firenze, in uno strano edificio di legno, senza finestre, ma con una enorme porta che arriva al 2° piano delle case adiacenti.http://www.amando.it/

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