13 feb 2009

Origini della festa degli innamorati

In principio, il 14 febbraio, si celebrava il rito pagano della fertilità:
un uomo e una donna estratti a sorte dalla mano senza peccato di un bambino avrebbero vissuto per un anno intero in intimità.

Tempi di libero amore che la Chiesa non poteva accettare.
Così, per porre fine a questa pratica poco in linea con i suoi dettami, scelse di far cadere in quel giorno di pieno inverno la festa di San Valentino, il vescovo amico dei giovani amanti, lapidato e decapitato perché non volle rinnegare il Cristianesimo. Celebrazione religiosa, quindi, che ha il suo culmine a Terni, città che ha eletto il santo degli innamorati come suo patrono.
Nella realtà, però, quell'antico rito pagano edonistico s'è presto trasformato nel rito, paganissimo, del consumismo più sfrenato.


Gli uomini, a dire il vero, per lo più, ne farebbero a meno. 'Sta cosa che «devi» fare il regalo altrimenti ti becchi un muso da qui al prossimo Natale, risulta assai poco digeribile per lo stomaco di una folta schiera di fidanzati, mariti, amanti. Anche i più «tosti», quelli che non devono chiedere mai, alla fine te li ritrovi a dire: «Tanto poi qualcosa ti tocca comprare pure all'ultimo minuto!». Un mazzo di rose rosse, una confezione di cioccolatini, il pupazzetto (che poi la destinataria non sa davvero che cavolo farsene) non si nega a nessuno.


E mentre la Versilia lancia la sua campagna contro le rose rosse, troppo care e anti-ecologiche, e pro ranuncolo (un mazzolino costa la metà, intorno ai 15 euro), arrivano già i primi dati sulle super-spese anche in tempo di crisi: ogni coppia tirerà fuori dal portafogli fra i 184 e i 308 euro. Di media, certo. Perché basta fare un giro per le vie dello shopping da fashion victims, per comprendere che è il business del lusso a tirare fuori le vere chicche. Giorgio Armani fa una collezione di cioccolatini sanvalentiniani e pure la radical-chic Miuccia Prada si lascia andare a portafogli e portachiavi con i cuoricini. Cuori a profusione anche per Gucci, Bally, Marc Jacobs, Louis Vuitton. Tod's fa bracciali e anelli con le chiavi dell'amore. Non si salva una vetrina. E ogni metro è una coltellata alla stomaco per chi l'anima gemella non l'ha ancora trovata e uno al fegato per chi di tutta questa sdolcinatezza farebbe volentieri a meno (per questi ultimi il consiglio è di andare su www.carlorienzi.it - che poi è il presidente del Codacons - e di aderire alla campagna lanciata ieri «Aboliamo la festa di San Valentino»).


L'altra faccia, quella romantica, di San Valentino continuerà a svenarsi in rose (soprattutto gli over 50) dolci, capi di abbigliamento (biancheria intima in primis, perché pure la passione vuol la sua parte). I giovani si faranno due giorni in un albergo da innamorati, i giovanissimi se la caveranno con un sms e, magari, si lanceranno nel nuovo «gioco» via bluetooth (sigh, solo per i milanesi): basta attivarlo dalle 15,30 alle 16,30 sabato in piazza Duomo per ricevere la musica che fa innamorare (basata, dicono, sul principio della risonanza cerebrale, attraverso onde a bassa frequenza).


Ma nel dilagare dell'amore virtuale tra reality, webcam, Facebook-mania alle moderne Cenerentole, alle Carrie Bradshaw impenitenti romantiche (che l'uomo della propria vita lo aspettano pure dieci anni) rimane un grande cruccio: solo l'1%, ahimè, si butta sulla gioielleria. Eppure, l'unico, il solo, il vero regalo da innamorato è l'anello di brillanti. Perché tutto passa, un diamante dura una vita.
http://iltempo.ilsole24ore.com/

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