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L'Albero di Natale

15 gen 2010

Poesie e filastrocche di Carnevale





Carnevale


di Gianni Rodari

Carnevale in filastrocca,

con la maschera sulla bocca,

con la maschera sugli occhi,

con le toppe sui ginocchi:

sono le toppe d’Arlecchino,

vestito di carta, poverino.

Pulcinella è grosso e bianco,

e Pierrot fa il saltimbanco.

Pantalon dei Bisognosi

“Colombina,” dice, “mi sposi?”

Gianduia lecca un cioccolatino

e non ne da niente a Meneghino,

mentre Gioppino col suo randello

mena botte a Stenterello.

Per fortuna il dottor Balanzone

gli fa una bella medicazione,

poi lo consola: “E’ Carnevale,

e ogni scherzo per oggi vale.”


Girotondo delle mascherine


Girotondo, girotondo,

noi giriamo tutto il mondo.

C'è Gianduia e Meneghino,

Pulcinella e Arlecchino.

C'è Brighella e Pantalone,

Meo Patacca e Balanzone,

Beppe Nappa siciliano,

Stenterello che è toscano...

Girotondo, girotondo,

noi viaggiam per tutto il mondo,

e con noi portiam la gioia

che è nemica della noia.


Filastrocca della tarantella di Carnevale

C'era una volta il signor Arlecchino




che a tutti quanti faceva l'inchino



e se nessuno gli offriva il caffé



lui si girava e faceva pee pee.



E Pulcinella, che è un gran imbroglione,



si divertiva a fare il burlone;



scherzava sempre e faceva arrabbiare



chi non voleva per niente giocare.



Ecco con noi il signor Balanzone



che da tutti quanti pretende attenzione,



e se nessuno vuole ascoltare



resti con noi e si metta a cantare.



Ma la più bella e anche carina



fra tutti quanti è Colombina,



si veste bene ed elegante,



usa un profumo troppo piccante.



Ma che cos'è, cosa non è,



è Carnevale



trallallero trallallà

 
 
Il vestito di Arlecchino


di Gianni Rodari


Per fare un vestito ad Arlecchino

ci mise una toppa Meneghino,

ne mise un'altra Pulcinella,

una Gianduia, una Brighella.

Pantalone, vecchio pidocchio,

ci mise uno strappo sul ginocchio,

e Stenterello, largo di mano

qualche macchia di vino toscano.

Colombina che lo cucì

fece un vestito stretto così.

Arlecchino lo mise lo stesso

ma ci stava un tantino perplesso.

Disse allora Balanzone,

bolognese dottorone:

"Ti assicuro e te lo giuro

che ti andrà bene li mese venturo

se osserverai la mia ricetta:

un giorno digiuno e l'altro bolletta!".


La canzone delle mascherine


Un saluto, a tutti voi;

dite un po’ chi siamo noi?

Ci guardate e poi ridete?

Oh! mai più ci conoscete!

Noi scherziam senza far male,

Viva, viva il Carnevale!

Siamo vispe mascherine,

Arlecchini e Colombine,

diavolini, follettini,

marinai bei ciociari

comarelle vecchierelle:

noi scherziam senza far male,

viva, viva il Carnevale!

Vi doniamo un bel confetto,

uno scherzo, un sorrisetto;

poi balliamo poi scappiamo.

Voi chiedete: Ma chi siete?

Su pensate, indovinate.

Siamo vispe mascherine,

Arlecchini e Colombine,

diavolini, follettini,

marinai bei ciociari

comarellevecchierelle:

noi scherziam senza far male,

viva, viva il Carnevale!





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