In Trentino-Alto Adige, terra di frontiera, la cucina è
mitteleuropea ma con grandi influenze venete e del resto d’Italia. I
giorni dei banchetti natalizi si chiamano Grossfleitschtage, i
giorni della macellazione, dedicati al piacere e all’istinto della gola,
ma per prepararsi al grande pranzo è necessario almeno un giorno di
digiuno. La vigilia dunque è virtuosa ma a Natale ci si può sbizzarrire
tra una montagna di Krapfen a base di farina di castagne e semi di
papavero e di canederli bianchi con il brodo di manzo o con la zuppa e
salsicce. Il pranzo prevede soprattutto carne di maiale, secondo la
tradizione, affumicata e fresca, e i grandi arrosti misti con le patate.
E’ un giorno di lusso il Natale, come dimostra anche la pasticceria che
abbonda, trionfante, sulle tavole altoatesine: cornetti ai pinoli,
pasticcini all’anice, stelle alla cannella, gli Zelten, panforte con frutta secca e candita, e il dolce natalizio per eccellenza, il Weihnachtsstollen,
con frutta candita e rum. Il pane fatto in casa è il cibo più
consumato: sulla mensa altoatesina compaiono insieme allo speck
profumato e al burro, il pane di segale e quello di grano saraceno, il
pane d’orzo e quello profumato ai sei cereali.
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